The Breakaways. Dalla parte delle bambine queer

L’ultimo libro di Cathy G. Johnson si intitola The Breakaways ed è uscito ad aprile per First Second, editore newyorkese noto per avere in catalogo i libri di alcune delle migliori autrici di fumetto Young Adult contemporanee (da Jen Wang a Tillie Walden, da Pénélope Bagieu a Vera Brosgol, da Lucy Knisley a Colleen AF Venable, fino alle divinità Jillian e Mariko Tamaki). Solo in questi primi mesi del 2019, First Second ha pubblicato quattro chiacchieratissimi titoli, incentrati su protagonist* queer alla ricerca del proprio posto nel mondo e della propria sessualità.

Con svariate autoproduzioni e due graphic novel dedicati a tematiche LGBTQQIA all’attivo, Cathy G. Johnson si inserisce perfettamente in questo filone, e ciò non è sfuggiato agli organizzatori del Toronto Comic Arts Festival, che quest’anno l’hanno voluta a due panel dai titoli emblematici: “Queer & Trans Comics for Kids” e “Queer YA Comics from First Second”.

Johnson, che per molti anni si è dedicata all’insegnamento in veste di Art Educator, ha scelto di ambientare il suo terzo romanzo a fumetti in una scuola media, e incentrarlo sulle vicende di una squadra di calcio piena di studentesse disadattate: le Bloodhound (“Segugi”). Un gruppo eterogeneo di ragazze, ciascuna col suo carico di drammi esistenziali, ma spavalde, indipendenti e buffe, che nel corso dell’opera impareranno a farsi spazio nel mondo. Una sconfitta per volta.

Il libro si apre con una scena dal primo giorno di scuola della timida Faith. Undicenne di colore, si iscrive agli allenamenti di calcio spinta da Amanda, bianca e perfetta “popular kid” che le si presenta davanti con carta, penna e la promessa di un futuro radioso nello sport. Non avendo mai giocato a calcio nella sua vita, Faith viene però assegnata alla squadra C, un’armata brancaleone di ragazze disinteressate a qualsiasi competizione e distratte ciascuna dalla propria guerra adolescenziale.

La storia si svolge tra allenamenti e scene di vita privata in cui scopriamo come cambia il comportamento delle ragazze quando sono lontane dal campo (ma soprattutto dal gruppo).

Il cast di personaggi è forse il più inclusivo che possiate mai aver incontrato in un unico fumetto. Diverse origini, diverse fedi religiose, diversi corpi, diversi orientamenti sessuali e anche una persona in transizione. I disegni di Johnson sono volutamente ambigui e non lasciano intendere il genere delle giocatrici fino alla comparsa dei primi balloon con i pronomi. L’ispirazione è dichiarata e viene dalle vivaci girl scout di Rhode Island cui l’autrice aveva fatto da mentore anni prima.

Sodacan è vegetariana e al calcio preferisce di gran lunga le prove con la sua band Creepers. Yarelis è latinoamericana, come portiera è pessima, così si sfoga suonando in segreto il basso. Nadia è la fuoriclasse col velo, la capocannoniera musulmana che interviene per aiutare la squadra a scalare la classifica. Zoe è lesbica e si disegna cose sulle braccia immaginando un futuro da donna tatuata. Huong è asiatica, incazzata col mondo e costretta ad allenarsi con i Segugi perché figlia dell’allenatore. La sdentata Marie è la migliore amica di Sodacan e suona il piano nelle Creepers. Faith ama disegnare (quando lo fa, la narrazione si ferma per mostrarci cosa accade nel suo mondo immaginario), detesta i bulli e ha un padre esemplare, cui sa di poter confidare tutto al momento del bisogno.

Se state pensando, “ok alla fine si risolverà tutto nel cliché della rivincita-del-perdente” vi sbagliate. Le Bloodhound sono ritratte come delle schiappe dall’inizio alla fine. Gli allenamenti e le partite sono un’agonia per l’allenatore, per le avversarie e per le giocatrici meno impedite (Nadia su tutte), che almeno un gol vorrebbero metterlo a segno. Se non altro, la routine sul campo diventa occasione per Faith e le sue compagne di squadra per stringere legami forti, acquisendo progressivamente consapevolezza del proprio essere e conquistando il senso della propria libertà.

Sketch preparativo – Yarelis

A chi le ha chiesto il perché di certe tematiche, in un libro destinato a lettori così giovani, l’autrice ha risposto: “Le persone LGBTQQIA sono emarginate, il che significa che le loro esperienze sono considerate insignificanti o periferiche e sono anche soggette a odio, pregiudizio e violenza. Per noi è importante includere e normalizzare fin da subito le identità queer [con i lettori] senza trattarle in modo negativo o inferiore; così possiamo cambiare in meglio il mondo per i nostri [lettori] queer e gender-expansive”.

E ha continuato: “È importante che i bambini crescano sapendo che essere LGBTQQIA è un’identità sana, normale e meravigliosa. L’educazione è la chiave per un mondo senza bullismo, in cui i bambini possono avere fiducia in se stessi e in quello che sono.”

The Breakaways fa esattamente questo, proponendo un’esplorazione positiva dell’amicizia, nelle sue forme più disparate, così come degli alti e bassi della vita della scuola media. È una scrittura leggera, ma onesta e rispettosa delle soggettività più giovani (il coming out del ragazzino trans è raccontato con una dolcezza e un’intelligenza che ricordano le migliori pagine di Raina Telgemeier) e dà ragione a chi ha certificato questi ultimi anni come “l’età dell’oro” per la narrativa Young Adult queer. Un periodo caratterizzato da un’ampia varietà non solo di titoli ma anche di storie raccontate (che finalmente iniziano ad essere gioiose e lasciarsi alle spalle la pesantezza del dramma ad ogni costo).

Un grande passo in avanti, che non deve però distogliere l’attenzione dal fatto che ci sono anche altre voci assenti dalle narrazioni contemporanee, e meritano di trovare spazio e rappresentazione (penso ad esempio ad asessuali, intersessuali, genderfluid). Gli strumenti da adottare per cambiare le cose li abbiamo: ora bisogna agire perché identità, autodeterminazione e relazioni affettive sane diventino argomenti noti a tutte le età.


Note:

• Inizialmente il libro si sarebbe dovuto intitolare No Dogs Allowed: un gioco di parole che combina il nome canino della squadra e la riluttanza della società ad accogliere queste ragazze ai margini.

• I colori del libro sono a cura del compagno di Cathy G. Johnson, Kevin Czap, fumettista indie che gestisce una micro-press ghiottissima, Czap Books. La trovate qui: http://www.czapbooks.com/

• Cathy G. Johnson è anche co-host del podcast Drawing a Dialogue, dove assieme ad e remus jackson discute di fumetto come mezzo (artistico ed educativo) utile a decostruire e comprendere meglio la realtà in cui viviamo.

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