Cronachette. Della vita e della morte di gatta Esterina

È stato detto e scritto spesso, dagli uomini, che ciò che li distingue dagli animali è la capacità di utilizzare un linguaggio verbale per comunicare con i propri simili. Ma cosa succederebbe se anche gli animali parlassero, tra di loro e con noi? Se riuscissimo a comunicare con loro, conoscere la loro storia, identificare i loro problemi potremmo finalmente dire di essere riusciti a risolvere quell’enigma che è la comunicazione intraspecifica? Giacomo Nanni sembra suggerirci che con un po’ di esercizio e qualche sbalzo d’umore, beh, possiamo andarci vicino.

In Cronachette il fumettista romagnolo racconta come si sono conosciuti lui e la sua gatta, come hanno iniziato a comprendersi, comunicare reciprocamente, prendersi cura, farsi compagnia e riflettere insieme sulla vita. Cronachette è però anche molto altro. È un libro che parla di azioni minime e quotidianità rarefatta offrendoci un assaggio della sconfinata interiorità di Giacomo Nanni e della sua abilità di distillare il visibile in un linguaggio fumettistico sempre nuovo, senza rinunciare al proprio umorismo.

Giacomo Nanni ha 21 anni quando diventa padrone di questa gatta nera che chiamerà Esterina. Non è che una cucciola quando la porta in casa dei genitori (dove lui sta passando l’estate in pausa dagli studi). Doveva essere la gatta di un suo amico, che però poi non se l’è sentita di tenerla. È l’estate del 1992 e lui sta lavorando part-time da un benzinaio. È fidanzato. Disegna, ma non tanto quanto lo farà da adulto. E la gatta gli fa compagnia. Gli fa compagnia ma si fa anche gli affari suoi. È importante questa figura all’interno di Casa Nanni. Almeno, lo è per Giacomo. Il tempo passa ed Esterina si ammala. Purtroppo non sopravviverà.

Avanti veloce e Giacomo Nanni ha superato i trent’anni. Sta lavorando ad un libro dove parla proprio della sua gatta, morta da qualche anno a causa della malattia. Riportandola in vita attraverso i propri ricordi, Nanni inevitabilmente ci parla anche del se stesso di quel periodo, mettendo a nudo insicurezze e ansie, difficoltà personali e professionali. Cronachette è quindi un’autobiografia dell’autore? Sì, ma filtrata attraverso la vita di Esterina. È lei la protagonista. A volte si limita a miagolare (“Miu!”), altre volte articola profondi ragionamenti per dialogare alla pari con Giacomo. Ha un suo peculiare modo di stare al mondo, questa gatta; mangia, pensa, sente dolore. Vuole fuggire da Rimini per scappare sulla Luna, ma se anche si allontana cerca di rassicurare il suo amico che presto tornerà.

Cronachette è stato pubblicato in tre volumi tra il 2007 e il 2009 e fino a poco tempo fa era considerato un caso esemplare di fuori catalogo introvabile. Fortunatamente nell’estate del 2020 il suo editore, Coconino Press, ha scelto di ristamparlo in edizione integrale permettendo a vecchi e nuovi lettori di gustarsi questi frammenti di vita condivisa (“micro-narrazioni” come le ha definite Loredana Lipperini) in un unico volume cartonato, lungo più di 700 pagine. Un intervento che non è esagerato definire provvidenziale: anche io faccio parte della schiera di lettori che negli anni ha inutilmente sudato per riuscire a mettere le mani sull’intera trilogia.

In origine la storia era stata pubblicata sul blog dell’autore, poi grazie anche all’incoraggiamento di Igort (storico editor di Coconino) era diventato un progetto editoriale specifico. Non tutto quello che era sul blog è stato trasposto nel libro, e viceversa. Iniziata come sfida (avrebbe pubblicato sul blog una pagina al giorno), non aveva nell’insieme una trama definita. Giacomo Nanni sapeva come avrebbe iniziato, ma non dove lo stesse portando la storia di Esterina. E lo stile è testimone di questa evoluzione: è venuto man mano. Non tutte le tavole sono disegnate con lo stesso tratto, la stessa precisione. Cronachette è un’evoluzione e un compendio di sperimentazioni formali.

Salvo alcune tavole che rompono questo schema, Cronachette mantiene per quasi tutta la sua durata la griglia regolare 2×3 (sei vignette per pagina). Le pagine più interessanti sono quelle in cui le vignette sembrano identiche salvo per un dettaglio dell’ambiente, la posizione di un’ombra, lo spessore di una coda, il movimento di un orecchio. Chi ha o ha avuto un gatto in casa avrà famigliarità col fatto che i felini sono animali amanti del riposo, dediti a poche concitate azioni nell’arco della giornata. Si possono osservare per ore mentre dormono e il cambiamento visibile in loro sarà minimo. Poi, improvvisamente, si attivano: corrono, miagolano, grattano, si lavano. Fanno cose. Vivono la loro vita così, da 0 a 100. Nanni riporta tutta questi ritmi sulla pagina e cerca di capire cosa pensa, cosa fa la sua gatta e perché. Cerca di entrare nella sua testa.

Esterina per lui è una presenza affettiva ma anche un’alterità con cui confrontarsi continuamente. La micia infatti partecipa agli scambi ed è in grado di agire un reale cambiamento su di lui. Quando scappa di casa, lui prova a convincerla a tornare con mille promesse (“Se torni a casa mi trovo un lavoro. Un lavoro vero. Torno a scuola. Mi iscrivo all’università e mi laureo. Mi laureo in matematica.”). Il loro è un rapporto di affiliazione e sostegno, che non diversamente dai rapporti interpersonali è fatto di tenerezze (“Lo so sono bello. Sono bellissimo e mi ami” ironizza lui, mentre lei si addormenta sorridendo sul mobile del suo studio) ma anche di frecciatine (“Certo che la somiglianza è incredibile”, dice Nanni paragonandola all’uccellino entrato in casa; “Stai scherzando? Io sono una gatta. Ho la coda” rimarca lei). Esterina nella sua algida fierezza è stata una compagna di viaggio per Giacomo Nanni, e lui la celebra con questa elegia visiva.

Quando Giacomo non c’è, la gatta è sola in casa e vive il suo repertorio di avventure in segreto. Il cast potrebbe essere ridotto a loro due, ma è giusto citare anche Lara Canepa (compagna di Giacomo), la sorella, la figlia dei vicini e il “bambino timido”. Una figura leggendaria, questa, che non abbiamo occasione di vedere ma ci viene raccontata e che persino la gatta conferma di avere visto. È molto timido e anche se imbarazzante, gli si perdona tutto perché è un bambino ed è timido. Forse un modo utilizzato dallo stesso Nanni (che non è una persona estroversa) di parlare ulteriormente di sé.

Se già nella seconda parte del volume avevamo avuto accesso ai dintorni del quartiere in cui abitano i protagonisti, nella terza parte le vicende di Esterina danno un pretesto all’autore per raccontare la storia del palazzo in cui abitava (costruito poco dopo la Seconda guerra mondiale, e negli anni Duemila prossimo alla demolizione) e, più in grande, la storia della sua Rimini, che in passato era stata semidistrutta dal bombardamento degli Alleati e avvelenata dalle “fake news” messe in giro dai fascisti. È una digressione inaspettata, che dura poche pagine e sparisce in fretta nelle parole di Esterina che ricorda quanto quel periodo di stenti avesse influito anche sulla vita del regno animale – i gatti, ad esempio, venivano cucinati e venduti come carne di coniglio a causa della penuria dei generi di prima necessità.

Come Giacomo Nanni ci ha insegnato nel corso della sua carriera, possiamo trovare delle connessioni dove meno ce l’aspettiamo. Siamo collegati non solo a ciò che ora fa parte della nostra vita, ma anche con tutto ciò che è esistito prima di noi e ciò che ancora deve accadere. Nessuna sorpresa quindi se il libro, pur non possedendo una trama lineare, presenta una forte carica sentimentale e una scrittura minimale, lirica. Il silenzio e il vuoto della pagina non devono intimorire chi legge Cronachette, la ripetitività e la presenza totalizzante degli animali non devono annoiarlo. Non è tanto importante la storia, quanto il momento che viene descritto.

Lo stile di Giacomo Nanni è essenziale, come la storia, per questo facile da scorrere velocemente: le linee sono sottilissime o spesse come pennarelli, semplificate spesso al limite della chiarezza. Questo è un fumetto che come rieccheggia il titolo, somiglia a una confezione di crocchette: va assaporato, senza abbuffarsi, per non rischiare di perderne la parte più gustosa. È un libro da leggere poco per volta che trovo perfetto come lettura tardo-estiva e come preludio alla meditazione.


Note:

• Giacomo Nanni vive e lavora a Parigi dal 2011 dove pubblica con editori come Cornelius ed Edition de l’Olivier.

• È uno dei fondatori della rivista Canicola, nonché autore del logo (qui se ne racconta la genesi) e della prima storica copertina.

• Nel 2008 Cronachette ha vinto il premio ANAFI, assegnato dall’omonima associazione di “Amici del fumetto e dell’illustrazione”, la più longeva di collezionisti di fumetto in Italia.

• Nel 2020 Cronachette è diventata una serie animata, curata da Elisetta (animazione) e Bebawinigi (musica). Si può vedere completa sul canale YouTube del fumettista.

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