Chlorine Gardens. Essere madre, moglie e artista bipolare

Vorrei immediatamente riconoscere a Keiler Roberts un grande merito. Quello di avermi fatto appassionare alla vita ordinaria (e ragionevolmente agiata) di una donna sposata, sua figlia e le sue amiche tramite un racconto asciugato di quelle leziosità o iperboli che in genere caratterizzano le storie di chi racconta, seppur con modestia, quant’è bella la sua famiglia. Le sue sono opere malinconiche, a tratti scomode, che offrono uno spaccato di vita familiare onesto e riconoscibile (sia per chi ha figli, che per chi non ne ha). Disegnate in modo minimale, senza colori, ombre o profondità, come per rafforzare il tono anti-sentimentale della narrazione.

Keiler Roberts è una fumettista di 38 anni, nata a Milwaukee e residente a Chicago. Dal 2009 è autrice dell’autoproduzione autobiografica Powdered Milk, latte in polvere, che le è valsa svariate nomination – e una statuetta – agli Ignatz award come Outstanding Minicomic ed è stata raccolta in alcuni volumi, ultimo dei quali è Chlorine Gardens uscito nel 2018 per Koyama Press.

In questo fumetto, Roberts racconta il suo rapporto con la figlia piccola Xia, con il marito Scott Roberts (anche lui fumettista) e con il loro cane spelacchiato Crooky, oltre alle interazioni frequenti con altri membri della famiglia e studenti del suo corso di fumetto alla SAIC (School of the Art Institute of Chicago).

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Sex Fantasy. L’intimità è una fregatura?

Sex Fantasy è la serie di minicomics che Sophia Foster-Dimino ha realizzato e pubblicato sul suo Tumblr tra il 2013 e il 2017, vendendone occasionalmente copie cartacee in forma di zines, durante le convention del settore. Un lavoro che le è valso innumerevoli Ignatz Award (i premi assegnati durante SPX, Small Press Expo): come miglior minicomic, miglior serie e artista più promettente dell’anno.

Nel 2017 questa serie è diventata un libro grazie all’intervento della leggendaria editor Annie Koyama – che ci aveva visto lungo e da tempo aveva chiesto a Sophia di poter fare un libro assieme. Koyama ha preso le storie e le ha raccolte in un volume che riesce a rimanere più possibile fedele al piccolo formato delle versioni originali (15x15cm circa), pur presentandosi con una foliazione assai ampia: 440 pagine, ciascuna con una singola vignetta per volta. A confermare la giustezza dell’operazione, tac, un altro Ignatz come miglior raccolta (2018).

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